Ieri, mentre ero in macchina, ho notato
davanti a me un camion di quelli grossi grossi, tipo un T.I.R., sul
cui portellone c'era scritta questa frase "gli uomini semplici
sono sempre degli eroi". A parte il fatto che la frase mi è
piaciuta ma la parola "semplice" mi ha fatto venire subito
in mente il mio blog, che da qualche giorno stò un pò trascurando.
Il motivo è altrettanto semplice: ho la testa un pò altrove.
Venerdì scorso, dopo due anni di cassa
integrazione, e dopo che il titolare dell'Azienda per la quale lavoro
ha ceduto un grosso ramo d'azienda, ci è stato comunicato l'epilogo
di tutta questa vicenda. Nel pomeriggio sono state consegnate le
lettere di licenziamento a me e a tutte le mie colleghe. Sapevamo di
questa cessione, sapevamo che sarebbe avvenuto qualcosa di simile in
questa direzione, ma il modo così brusco e totale è stata per noi
come una doccia gelata in pieno inverno. Decisamente non piacevole!!!
Ognuno nella sua famiglia ha le proprie
caratteristiche, le proprie strutture, i propri impegni: tutte quindi
siamo state profondamente colpite da questo spiacevole evento.
Anch'io non l'ho presa bene: ho
trascorso giorni nei quali le lacrime sono scese da sole, il mal di
testa del quale di solito non soffro si è fatto sentire, giorni nei
quali a volte è prevalso il lato della sconfitta, a volte quello del
fallimento, a volte quello della gestione futura della famiglia ...
ma alcune volte c'è stato qualcosa dentro di me che mi diceva che
forse può essere l'occasione giusta per un cambiamento positivo, un
cambiamento di cui magari avevo bisogno io ma anche la nostra
famiglia, i nostri tre figli. Chi lo sa ...
Fortunatamente, anche se non posso
nascondere che i pensieri ci sono (eccome), sono riuscita a non
prendere la situazione con eccessiva preoccupazione.
La maestra steineriana dell'asilo frequentato da nostra figlia, ci dice spesso che "non bisogna preoccuparsi delle cose, ma bisogna occuparsene". Da quando ho imparato questa frase e, nelle varie situazioni, ho cercato di metterla in pratica, devo constatare che è molto consolante e nello stesso tempo "attivante" (non so se il termine è presente nel dizionario della lingua italiana). Nel senso che non fa ripiegare su se stessi e sul proprio dolore o fatica, ma sprona a darsi da fare, a fare qualcosa, qualsiasi cosa, che permetta alla situazione di sbloccarsi.
La maestra steineriana dell'asilo frequentato da nostra figlia, ci dice spesso che "non bisogna preoccuparsi delle cose, ma bisogna occuparsene". Da quando ho imparato questa frase e, nelle varie situazioni, ho cercato di metterla in pratica, devo constatare che è molto consolante e nello stesso tempo "attivante" (non so se il termine è presente nel dizionario della lingua italiana). Nel senso che non fa ripiegare su se stessi e sul proprio dolore o fatica, ma sprona a darsi da fare, a fare qualcosa, qualsiasi cosa, che permetta alla situazione di sbloccarsi.
Certo, non vengono tolte le difficoltà
del tempo storico in cui stiamo vivendo, ma molto spesso ho la
sensazione che questa crisi ci può davvero aiutare a mettere in atto
la fantasia, l'inventiva, le capacità, le relazioni, la morale ...
insomma tutte quelle cose che forse sono state un pò sepolte dal
modo troppo fast in cui i tempi moderni ci hanno abituato a vivere.
Ovviamente sto cercando soluzioni,
spargendo parola, inviando curriculum e spero tanto di trovare una
nuova occupazione, ma nello stesso tempo voglio concentrarmi anche
sugli altri perchè in questo frangente ho capito ancora di più che
ognuno di noi si può trovare in una situazione di bisogno, di
qualsiasi genere, non per forza solo materiale. Potrò così dedicare
più tempo ai figli (e cercherò di impegnarmi a farlo ponendo più
l'accento sulla qualità che non sulla quantità), ai genitori
(perchè non dobbiamo mai dimenticarci che siamo anche figli), ai più
"poveri", di qualsiasi povertà, e se si presta bene
attenzione se ne possono trovare parecchi in ogni comunità, magari
proprio intorno a noi. E poi mi piacerebbe utilizzare questo maggiore
tempo a disposizione per imparare qualcosa di nuovo, a cucire ad
esempio, ad utilizzare ancora di più l'arte del riciclo e del non
spreco, ad imparare qualcosa di nuovo sull'autoproduzione ...
Insomma, se davvero ci si sforza di
mettere da parte la preoccupazione, l'occupazione può essere davvero
a 360° e penso che possa fare solo del bene ad un'anima un pò
sofferente.
Io ci provo e, ovviamente, se qualcuno
ha dei suggerimenti da darmi, sono aperta al nuovo.
E in tutto questo, non mancherò di
tenere nel cuore tutte quelle persone che come me si sono trovate,
loro malgrado, in questa situazione o in una simile.
Un tronco reciso può ridiventare fonte di nuova vita! |
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